
Barche in acqua per la penultima tappa della “Discesa del Danubio a remi internazionale ed inclusiva da Schlögen a Vienna” organizzata dal Circolo Canottieri 3 Ponti di Roma
Internazionali anche gli equipaggi misti, oggi impegnati nel penultimo tratto prima del traguardo viennese, quello da Dürnstein a Tülln. Tra gli atleti con disabilità – tra loro non vedenti, ipovedenti e un’atleta che ha perso l’uso delle gambe –, che affiancano i Master, ci sono Nathalie Podda e Gerarld Ziniel con i loro accompagnatori dal Donauhort Ruderverein di Vienna, Ramona Gelber dalla Germania, Marco Carapacchio e Daniela De Blasis, timoniera, dal Pararowing del CC3P. De Blasis ha concluso con la tappa di ieri, la quarta, la sua avventura danubiana per quest’anno, regalando al suo equipaggio, oltre ad una prestazione sportiva molto soddisfacente, la sua extra-ordinaria carica di energia e trasporto – “Seguite la mia scia!” il suo incitamento agli altri equipaggi – a testimoniare sicurezza, ma anche la grande passione profusa nella Discesa e la felicità di potervi partecipare, saldamente al timone.
Partite da Schlögen venerdì scorso, le 4 barche da 8 con hanno fin qui raggiunto le tappe di Linz, Grein, Melk e Dürnstein, rispettivamente di 57, 54, 45 e 25 chilometri, incontrando alcune difficoltà previste ed altre meno, tuttavia superate grazie all’impegno dei partecipanti e all’esperienza dello Staff – Antonio Schettino e Catalin Blaj oltre agli organizzatori – che le ha seguite in ogni tratto. Oggi navigano alla volta di Tülln, che raggiungeranno dopo circa 45 chilometri di voga.
Il valore sociale della manifestazione sportiva della “DISCESA A REMI DEL DANUBIO” con equipaggi internazionali inclusivi è stato riconosciuto, con apposito decreto, dal Governo austriaco, che assicura anche una scorta della polizia fluviale alle barche in alcuni tratti particolarmente trafficati. Il Danubio infatti è regolarmente percorso da grandi navi e in questo periodo anche da moltissime imbarcazioni da diporto. Questo, ma anche la lunghezza delle tratte, la presenza di numerose chiuse da attraversare, le correnti e il vento non sempre amico, ne fanno una regata faticosa, ma anche estremamente affascinante per la bellezza dei luoghi attraversati e anche di quelli visitabili, una volta a terra.
Sei le tappe quindi – Schlögen-Linz, Linz-Grein, Grein-Melk, Melk-Dürnstein- Dürnstein-Tülln, e Tülln-Vienna, meta finale – per una manifestazione sportiva esempio di inclusività e per questo da sempre sostenuta dalla Fondazione Terzo Pilastro-Internazionale, con il Prof. Avv. Emmanuele F.M. Emanuele prima, e con la presidente Prof. Alessandra Taccone poi, che ne riconosce e condivide i valori positivi. Su tutti quello della promozione dello sport per tutti, nessuno escluso, come leva di salute e benessere psico-fisico. Superfluo forse aggiungere che l’inclusività è una strada a doppio senso, registrandosi per tutte le atlete e tutti gli atleti un ritorno positivo dall’affrontare con equipaggi eterogenei una sfida come questa
Il progetto è nato da e con Riccardo Dezi e Giulia Benigni, tecnici federali di canottaggio di lunga esperienza e vertici del CC3Ponti, associazione affiliata alla Federazione Italiana Canottaggio, convinti da sempre della funzione sociale del canottaggio per la quale si impegnano quotidianamente insieme agli atleti che seguono. La manifestazione, complessa, è preparata e curata nei minimi particolari, tenendo conto dei punti e delle procedure di imbarco e sbarco, che per alcuni atleti possono presentare delle difficoltà, dei farraginosi trasferimenti, dei possibili ricoveri per le barche ad ogni tappa, delle condizioni del tempo e degli equipaggi durante la loro prestazione. Soddisfatto fin qui Riccardo Dezi di tutti gli atleti, molti alla loro prima esperienza, che hanno dimostrato di aver fatto tesoro degli insegnamenti pre-partenza e anche in corso d’opera, che hanno saputo convertire la fatica in determinazione, sostenendosi, sostituendosi l’un l’altro dove necessario, in una prestazione equilibrata ed efficiente e che hanno trovato da subito un insieme armonico a dispetto delle loro differenze fisiche e di età.
Questa impresa, comunque si andrà a concludere, racconta molto della disciplina del canottaggio, della bellezza, quando raggiunta, armonia e plasticità del gesto, del suo apporto in coordinazione e resistenza per chi la pratica, e autentica palestra di inclusività. Mettendo fisicamente tutti nella stessa barca al di là delle differenze fisiche, rende quelle differenze ed eventuali limiti fisici e mentali superabili, nell’accettazione, nello scambio e nel sostegno reciproco verso il ricercato, se non “pendolo”, almeno “assieme”. Uno sport davvero per tutti, che infatti anche in Italia cresce nei numeri, con 55.000 tesserati per il Canottaggio e 1.000 per il Pararowing (dati FIC). Uno sport di squadra. E come in tutti gli sport di squadra è l’assieme che arriva in fondo, ognuno con quello che ha potuto dare, sia alla conquista di una medaglia, sia, semplicemente, a Vienna – come in questa occasione –, ma remando tutti insieme per duecentocinquantaquattro chilometri.
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Ufficio stampa
CC3Ponti
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